RIDUCIAMO E VINCIAMO
Gli ultimi dati riportati dai più rilevanti scienziati rivelano alterazioni senza precedenti del clima mondiale. Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), ha sottoscritto un'ultima relazione secondo la quale, il riscaldamento globale sta causando un accrescimento delle variazioni nell'andamento delle precipitazioni, nei venti e negli oceani in tutte le regioni del mondo; in certi casi si tratta di variazioni irreversibili.
In merito all'Europa, la relazione sottoscritta sopracitata, si attende l'aumento dell'intensità e della frequenza dei fenomeni meteorologici estremi, incluse le ondate di calore marine ed avvisa che un aumento della temperatura di 2ºC porterà effetti critici sia per la natura che per le persone.
Eventi meteorologici più intensi e temperature più elevate rappresenteranno inoltre costi smisurati per l'economia dell'Unione Europea, oltre a rappresentare un ostacolo per la capacità di produzione alimentare dei vari paesi.
Tuttavia, secondo il parere degli scienziati, l'azione di ogni singolo uomo può modificare il corso degli eventi. Come si può contribuire? Senz’altro una immediata e rapida riduzione su vasta scala delle emissioni di gas a effetto serra ed il conseguimento di un saldo netto di emissioni di CO2 pari a zero limiterebbero i cambiamenti del clima e conseguentemente i loro effetti.
L’Unione Europea ha fissato degli obiettivi e legislazione riguardo questa tematica così importante e delicata per il futuro del pianeta.
Questa ha adottato una legislazione che coinvolge plurimi settori al fine di riuscire ad attuare i suoi impegni internazionali in materia di cambiamenti climatici. Tutti i paesi appartenenti all’UE hanno fissato degli obiettivi vincolanti in materia di emissioni per settori chiave dell'economia con lo scopo di ridurre, in maniera sostanziale, le emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 55% entro il 2030.
Ma guardiamo un breve excursus dall’anno 2017 all’anno 2021.
Al termine del 2017 l'Unione Europea era riuscita a ridurre le sue emissioni di quasi il 22% rispetto ai livelli prodotti nel 1990, raggiungendo così il suo scopo di riduzione delle emissioni per il 2020 con ben tre anni di anticipo rispetto al calendario prefissato.
Nel dicembre 2020, alla luce dell'impegno preso dall'UE di aumentare la sua ambizione in materia di clima in linea con l'accordo di Parigi, i suoi leader hanno approvato un traguardo di riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 - un incremento sostanziale rispetto al precedente obiettivo dell'UE per il 2030 che prevedeva una riduzione delle emissioni pari al 40%.
Nell'aprile 2021 invece, il Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo provvisorio riguardo la normativa europea sul clima che mira a introdurre nella legislazione, l'obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030. Nel giugno 2021, l'accordo è stato approvato dai ministri dell'UE.
Per affrontare i cambiamenti climatici e conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi è fondamentale agire collettivamente, nessuno escluso.
Inoltre, è possibile dimostrare statisticamente come il riscaldamento globale aumenti la probabilità che si verifichino eventi meteorologici di estrema violenza. Il Sesto Rapporto del Gruppo Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC) del 2021 afferma che «si sono verificati cambiamenti diffusi e rapidi nell’atmosfera, nell’oceano, nella criosfera e nella biosfera».
Tra le conseguenze dirette del cambiamento climatico causato dall’uomo vi sono: aumento delle temperature massime e minime, del livello del mare e delle temperature di questo; aumento delle precipitazioni intense, ossia pioggia intensa e grandine, della percentuale di cicloni tropicali violenti, dell’aridità e della siccità; non meno importante lo scioglimento del permafrost.
Cosa fare per ovviare a tutto ciò? A dicembre del 2015, alla Conferenza delle Parti (COP21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) è stato firmato l’Accordo di Parigi circa i cambiamenti climatici; quest’ultimo fornisce un quadro chiaro per raggiungere la decarbonizzazione, con obiettivi a lungo termine per fronteggiare il cambiamento climatico ed offre una struttura molto flessibile che si basa sui contributi dei singoli governi.
Per quanto riguarda i governi firmatari, questi si sono impegnati a limitare la temperatura al di sotto di 2° centigradi rispetto ai livelli preindustriali.
La strada da percorrere per la decarbonizzazione è chiara, si chiama transizione energetica: è il passaggio da un mix energetico incentrato sui combustibili fossili ad uno a basse o a zero emissioni di carbonio, basato invece sulle fonti rinnovabili.
Un grande contributo alla decarbonizzazione arriva anche dall’elettrificazione dei consumi finali. Si rimpiazzano, in tutti i settori - dai trasporti alle abitazioni, sino all’industria pesante - le tecnologie basate sui combustibili fossili con quelle che invece adoperano l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili; così si ottiene non solo l’abbattimento delle emissioni ad effetto serra, ma anche dell’inquinamento atmosferico, nelle città in particolar modo.
Il clima non aspetta e non si arresta. È necessario un cambiamento forte, per tradurre in realtà ciò su cui tutti ormai sono d’accordo.
SITOGRAFIA:
Cambiamenti climatici: il contributo dell'UE - Consilium
Il cambiamento climatico: le cause, gli effetti, i rimedi
https://www.mite.gov.it/pagina/cop-21-laccordo-di-parigi
MELISSA PERCHIAZZI SCOPSI