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Migrazioni e UE
MIGRAZIONI E UE Da molti anni ormai l'Europa presenta l'immigrazione come un problema principalmente di ordine pubblico, da affidare sempre più alle polizie, alle marine militari, alle carceri, ai centri di detenzione. Ed è così che la massa degli immigrati, composta nella sua quasi totalità di lavoratori, forzati all'emigrazione dalla devastazione di crescenti aree del Sud del mondo, viene criminalizzata come un pericolo da cui proteggersi con ogni mezzo. Molti Stati dell’UE vorrebbero un’immigrazione rigorosamente limitata. Nei fatti, però, per reggere all'asperrima competizione sui mercati mondializzati, i capitalismi europei hanno un bisogno inesauribile di manodopera a basso costo. Nessuna forza-lavoro quanto quella immigrata risponde a tali caratteristiche. Non è difficile, perciò, scorgere, la dura realtà di un'immigrazione senza diritti di donne e uomini "di colore" costretti alla "clandestinità" e ad un'indefinita precarietà lavorativa ed esistenziale. Sfruttamento, discriminazione, razzismo verso i lavoratori immigrati non sono, per l'Europa, novità di questi ultimi anni. Si tratta, anzi, di una lunga tradizione che si sta cercando di spezzare tramite nuove strategie. Sebbene l'UE promuova appunto, lo sviluppo di strategie di integrazione efficaci, la situazione sul campo è molto diseguale nei vari Stati membri. Dai dati emerge che i migranti sono interessati in misura sproporzionata da esiti sfavorevoli in termini di istruzione, occupazione e accesso a servizi di base, come l'assistenza sanitaria o un alloggio dignitoso. Per quanto riguarda l’occupazione infatti, come riportato sul sito ufficiale dell’Unione Europea: “Nel 2020, nel mercato del lavoro dell'UE, su un totale di 189,1 milioni di persone di età compresa tra i 20 e i 64 anni erano occupati 8,6 milioni di cittadini di paesi terzi (il 4,6% del totale). Il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa è stato più elevato per i cittadini dell'UE (73,3%) che per i cittadini di paesi terzi (57,6%)”. In un periodo in cui discriminazione, pregiudizi, razzismo e xenofobia sono in aumento, vi sono imperativi giuridici, morali ed economici che impongono di sostenere i diritti fondamentali, i valori e le libertà dell'UE e di adoperarsi per società complessivamente più coese. E i giovani provenienti da un contesto migratorio? Gli studenti provenienti da un contesto migratorio incontrano spesso difficoltà nell'adeguarsi a un nuovo ambiente di apprendimento. Ciò viene confermato anche dal rapporto euryduice: “Secondo gli ultimi dati Eurostat il tasso di studenti nati all'estero che abbandonano precocemente il percorso di istruzione e formazione è più elevato di quello della popolazione nativa in quasi tutti i paesi europei per i quali sono disponibili dati”. L'integrazione sociale di tutti i giovani, inclusi quelli provenienti da un contesto migratorio, costituisce un obiettivo prioritario della strategia dell'UE per la gioventù. Dal 2016 la Commissione europea sostiene gli sforzi degli Stati membri dell'UE per integrare i migranti nei rispettivi sistemi di istruzione e formazione, dall'educazione e cura della prima infanzia all'istruzione superiore. Il piano d’azione della Commissione sull’integrazione dei paesi terzi ha individuato tre priorità per l'istruzione: integrare quanto prima i migranti appena arrivati nelle strutture didattiche tradizionali; prevenire il rendimento scolastico insufficiente dei migranti e prevenire l'esclusione sociale e promuovere il dialogo interculturale. Il programma Erasmus+, per esempio, finanzia progetti e altre attività per l'inserimento dei migranti in tutti i settori dell'istruzione e della formazione. Erasmus+ sostiene inoltre lo sviluppo della capacità dell’istruzione superiore nei paesi partner particolarmente colpiti dalle conseguenze delle migrazioni. L'UE sta anche cofinanziando la rete SIRIUS per l'istruzione dei migranti, che sostiene l'istruzione di bambini e giovani con un background migratorio attraverso attività strategiche a livello nazionale e internazionale. Infine, la Commissione ha offerto a oltre 100000 rifugiati e migranti l'accesso al sostegno linguistico online, una piattaforma online gratuita per l'apprendimento delle lingue che aiuta le persone a integrarsi nella società di accoglienza. Concludo dicendo che a mio avviso per migliorare la situazione attuale l’UE dovrebbe attuare più iniziative simili a quelle appena elencate (erasmus+, sirius…), in modo tale da consentire agli immigrati di integrarsi facilmente nella nostra comunità così che loro stessi possano contribuire allo sviluppo di una società più inclusiva.   Vitalessio Armenise-UNIBA-Scienze della comunicazione sociale, pubblica e d'impresa

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