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Salviamo l’Europa e la sua generazione! Tra i problemi principali riguardo l’Unione Europea centrale è il tema dell’ambiente e del clima.  Per clima intendiamo l'insieme delle condizioni atmosferiche, normali e anormali, che caratterizzano una regione per un lungo periodo di tempo. I climi sono in gran parte dominati da elementi quali la latitudine, la topografia, la distribuzione geografica della terra e del mare, le correnti oceaniche e la natura e influenza della vegetazione e dei suoli. Questo equilibrio viene minacciato, tra l'altro, anche dall'introduzione nel sistema di sostanze aggiuntive quali gas-serra, che nel loro complesso aumentano la capacità termica del nostro pianeta, la capacità cioè, di trattenere, sulla superficie terrestre, calore ed energia aggiuntiva. Pertanto, tutto il sistema tende a raggiungere nuovi equilibri e quindi il clima tende a cambiare. Cambiamenti nel lungo tempo della quantità delle precipitazioni, della temperatura e di altri fattori del clima della terra. I motivi alla base del cambiamento del clima non sono chiari ma si ritiene che i cambiamenti a breve termine possano derivare da variazioni nella radiazione solare, da alterazioni naturali nel sistema della circolazione atmosferica della terra e dalle modificazioni nella composizione chimica atmosferica, dovute in gran parte agli incidenti di inquinamento atmosferico come l'assottigliamento della fascia di ozono causata dai clorofluorocarburi. Spesso però ci sono dei comportamenti ambigui da parte dell’Unione Europea o dell’Italia. Infatti in questi giorni sta rimbalzando un po' ovunque la notizia che molte compagnie aeree stanno facendo volare i propri aerei senza passeggeri. Dietro al fenomeno dei cosiddetti “aerei fantasma” ci sono alcune regolamentazioni europee per l'assegnazione degli slot negli aeroporti. Le regole nascono per favorire la concorrenza permettendo alle compagnie più giovani di aggiudicarsi gli slot orari qualora non vengano utilizzati a sufficienza dalle compagnie che occupano le fasce orarie più favorevoli. Storicamente, infatti, gli slot sono un patrimonio economico fondamentale per le compagnie aeree, specialmente per le maggiori che ormai da tempo si sono aggiudicate slot orari più favorevoli per i passeggeri, avendo così un gran vantaggio rispetto alle compagnie più piccole. Oggi però, grandi e piccole compagnie, pur non avendo passeggeri a bordo, sono costrette a far decollare i loro voli per non perdere i loro diritti di atterraggio e decollo, nonostante sia economicamente e ambientalmente svantaggioso. Pre-pandemia a tutte le compagnie aeree veniva imposto l'obbligo di effettuare almeno l’80% dei propri voli. Ma con l’avanzare dei contagi la percentuale è stata abbassata al 50%. In vista dell’estate del 2022 la Commissione ha deciso di fissare la soglia al 64% da marzo ad ottobre 2022. Mentre nei cieli europei volano migliaia di aerei con il solo personale a bordo, la Commissione si è impegnata a ridurre di almeno il 55% le emissioni entro il 2030. Considerando quanto impattano gli aerei in termini di emissioni di CO2, queste regolamentazioni sembrano quindi contrastare gli obiettivi del Green Deal europeo. O ancora, dal 3 luglio gli Stati membri dell’Unione Europea hanno vietato la vendita di alcuni prodotti usa e getta in plastica come cotton fioc, posate e piatti, cannucce, aste per palloncini, e alcuni contenitori per cibo e bevande. Ma c’è un’altra direttiva UE che non è ancora entrata in vigore: la plastic tax. La tassa sulla plastica sarà calcolata in ogni Stato membro in base al peso dei rifiuti di imballaggi di plastica non riciclabili generati in un anno. Grazie a questa imposta, il costo degli imballaggi non riciclabili aumenterà e si spera che possa portare consumatori e produttori a scegliere prodotti più ecologici. In Italia però questa iniziativa continua a essere posticipata. Prevista inizialmente per 80 centesimi al kg dall’UE, la tassa è stata poi fissata a 45 centesimi al kg in Italia. L’entrata in vigore era fissata per luglio 2020, poi per gennaio 2021, poi luglio 2021, poi ancora gennaio 2022. E ora l'ultima legge di bilancio l'ha spostata al 2023. Una delle ragioni del rinvio italiano è che il nostro Paese è uno dei centri più importanti in Europa per la produzione di imballaggi in plastica. E la tassa, che dovrà essere versata dai produttori e gli importatori di plastica, è considerata troppo gravosa dal settore – già penalizzato dalle misure di contenimento della pandemia. Di certo non si potrà posticipare all’infinito: ridurre del consumo di imballaggi usa e getta in plastica è una necessità. La produzione mondiale di plastica è aumentata di circa venti volte rispetto agli anni ‘60, e ogni cittadino italiano produce circa 250 chili di rifiuti costituiti da imballaggi l’anno. Di questi, la maggior parte in plastica, che potrebbe impiegare decenni e a volte anche secoli per deteriorarsi. Forse allora non abbiamo il tempo di aspettare l’entrata in vigore di nuove direttive per cambiare il nostro comportamento. Possiamo per esempio iniziare a ridurre drasticamente il nostro consumo di acqua in bottiglia e di imballaggi di plastica usa e getta, prediligendo il più possibile alternative biodegradabili o riutilizzabili. Samantha Attolico studentessa SCOPSI, Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari.

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