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VERSO UN’EUROPA PIÙ INCLUSIVA

Nel contesto europeo una problematica rilevante è quella in cui versano i migranti e i rifugiati politici. È necessario in primo luogo fare chiarezza sulla terminologia. Il termine migrante non ha un valore legale e non esiste una definizione universalmente accettata. In genere i migranti scelgono di spostarsi non a causa di una minaccia diretta, ma per migliorare la loro condizione di vita; diversa è la condizione dei rifugiati, i quali sono persone che fuggono da conflitti armati o da persecuzioni, per motivi di razza, religione e nazionalità.

Stando a quella che è una panoramica internazionale, nel 2019 il numero dei migranti risultava essere pari a 272 milioni, rappresentando dunque il 3,5% della popolazione mondiale: il numero è in crescita costante a partire dal 1970. Ci sono diverse operative da parte dell’Unione Europa per dare protezione internazionale a coloro che ne hanno bisogno. In base ai due commi dell’articolo 13 della Dichiarazione Universale dei diritti umani, è previsto che ogni individuo abbia il diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato e che ogni individuo abbia il diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornarvi quando desidera. Bisogna fare in modo che questi diritti vengano garantiti anche per i migranti, così come per tutti noi.

La situazione in cui versano i migranti risulta essere molto complessa. Già da quanto emergeva dal report del 2015 dell'Unione Europa, i migranti risultavano avere uno scarso livello di istruzione, occupazione e accesso a servizi di base, come l'assistenza sanitaria o un alloggio dignitoso, seppur molti di loro siano in possesso di un titolo di laurea che però non viene spesso riconosciuto nei paesi d’arrivo. Ad oggi la loro situazione non sembra esser cambiata più di tanto, e si trovano infatti per lo più a portare avanti lavoro a nero senza regolamentazione e agricoli, spesso pesanti e in situazioni di sfruttamento. Rispetto questo aspetto è interessante notare come, nonostante l'Unione Europea promuova lo sviluppo di strategie di integrazione efficaci, quotidianamente si verificano episodi di discriminazione.

Per fare un esempio molto attuale, durante la situazione pandemica tantissime strutture sanitarie hanno negato o ritardato l’assistenza a numerosi migranti. Questo risulta essere dipendente da una serie di stereotipi che circolano all’interno della società, riferite per lo più al diverso colore della pelle e all’origine etnica. Episodi di discriminazione razziale si manifestano in tutti gli ambiti della vita: sul lavoro, a scuola, nella cerchia di amicizie, per strada, etc., come successo ad un giovane quindicenne, il quale cercando un posto di apprendistato come costruttore di impianti e apparecchi non è riuscito mai ad ottenerlo, in quanto il suo nome celava le sue origini balcaniche e non veniva visto di buon occhio da parte delle aziende.

Per quanto sia difficile e quasi del tutto impossibile riuscire ad eliminare definitivamente questi stereotipi e pregiudizi sui migranti, che portano all’insorgere di fenomeni di razzismo, un’iniziativa che potrebbe in qualche modo migliorare la situazione potrebbe essere quella di promuovere occasioni di inclusione sociale e di sensibilizzazione, attraverso la costruzione di reti informali. Quest'ultime dovrebbe cercare di coinvolgerli in progetti concreti e di varia natura, portati avanti non solo da istituzioni e scuole, ma anche da semplici cittadini: ognuno di noi deve fare la sua parte. I progetti avranno come obiettivo quello di porre l’accento oltre che sulla condizione di disagio in cui versano i migranti, anche sulla ricerca di un benessere comune, proponendo esperienze partecipative: dall’organizzazione di momenti d’intrattenimento e socializzanti alla realizzazione di progetti comuni dove ogni partecipante può sperimentarsi in un ruolo attivo.

In questo modo, i migranti potranno sentirsi più accolti e sentirsi parte di una comunità che invece di emarginarli li rende partecipi a partire dalle piccole attività.

Margaritondo Francesco, Sabatelli Angela, Schena Francesca, studenti SCOPSI presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

Fonti di riferimento:

https://europa.eu/youth/get-involved/your-rights-and-inclusion/situation-migrants-and-refugees-europe_it

http://www.vita.it/it/article/2020/10/08/migranti-internazionali-raggiunta-quota-272-milioni/156925/

http://dirittiumani.donne.aidos.it/bibl_1_temi/f_indice_per_soggetti/g1_migranti/home_migranti.html

https://www.huffingtonpost.it/entry/650-mila-invisibili-chi-sono-e-come-vivono-i-migranti-irregolari-in-italia_it_5ea7d862c5b6085825787cb1/

https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2021/03/19/news/razzismo_con_la_pandemia_aumentano_le_discriminazioni_in_europa_l_afrofobia_colpisce_di_piu_le_donne-292920107/amp/

https://www.edi.admin.ch/edi/it/home/fachstellen/frb/diritto-e-consulenza/esempi-pratici.html

https://ec.europa.eu/assets/eac/youth/library/reports/youth-report-2015_en.pdf

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