Il digitale rappresenta senz'altro un punto di svolta per le nuove e vecchie generazioni.
A seguito delle difficoltà nate nel 2020 con l’avvento di un’epidemia mondiale, l’Europa si è ritrovata a dover affrontare non poche problematiche riguardanti l’utilizzo di strumenti atti a permettere l’ormai famoso smart-working. Tuttavia i benefici che i cittadini potrebbero trarre dall'uso delle tecnologie digitali sono limitati da alcune preoccupazioni inerenti la riservatezza e la sicurezza, la mancanza o la carenza di accesso a Internet, usabilità, capacità adeguate o accessibilità eque per tutti.
Non solo, tra le difficoltà nate nell’ambito del digitale, però, è bene porre l’attenzione sul fatto che le tecnologie stiano prendendo sempre più piede, soprattutto nella vita dei più piccoli.
Sarebbe inutile e fuorviante negare che molti ambiti ed attività sono riusciti a sopravvivere e continuare il loro lavoro proprio grazie alle tecnologie digitali. D’altra parte però non si può ignorare una questione molto delicata: il digitale ha fatto evolvere i nostri comportamenti e i giovani, e ancor più i giovanissimi, hanno iniziato a trascorrere molto più tempo nelle realtà digitali piuttosto che osservarsi intorno e vivere il reale.
Dunque, se da una parte l’innovazione digitale è stata in grado di aiutarci nell’emergenza gestendo la crisi, dall’altra parte è anche evidente come sia necessario un approccio più consapevole che non permetta il totale abbandono dei rapporti faccia a faccia.
“Abbiamo bisogno di innovazione, ma di una innovazione vicina ai bisogni veri dell’uomo”, commenta Andrea Poggi, Innovation Leader Deloitte North South Europe.
“Non sempre l’innovazione riesce a soddisfare i bisogni reali e spesso non funziona se non vi è un’integrazione della dimensione fisica con quella digitale, una modalità ibrida evoluta”.
Probabilmente la soluzione al problema sollevato è proprio questa: si dovrebbe riuscire a incentivare un incrocio delle modalità, digitali e reali. Certo, la scuola già ha annunciato le disposizioni riguardanti la modalità mista per la presenza alle lezioni, ma non è abbastanza. C’è una forte necessità di formazione e istruzione a livello umano, bisognerebbe rendere anche i più piccoli consapevoli delle problematiche e dei rischi del digitale senza obbligarli a lasciare uno mezzo tecnologico senza una spiegazione plausibile.
Ben il 44% degli italiani preferisce un mix tra canale fisico e digitale, mentre solo il 28% degli italiani vuole una relazione solo digitale e solo il 18% una relazione personale in una location fisica.
Circa la posizione della Commissione Europea, ad oggi si è decisa a fare di questo decennio il "decennio digitale" europeo. L’augurio e la speranza è quella di riuscire a trarre dalle tecnologie un accesso equilibrato che permetta di sfruttare al massimo i benefici, limitando al massimo le minacce informatiche soprattutto dei minori, senza mai dimenticarsi della bellezza di guardarsi attorno ed apprezzare ciò che materialmente (e non) ci circonda.
A cura di Bassi Lorena, studentessa del corso di Laurea SCOPSI, Università degli studi di Bari “Aldo Moro”.
Fonti:
Un'Europa pronta per l'era digitale | Commissione europea
Innovazione digitale e Covid: quando la tecnologia aiuta a gestire la crisi - (investireoggi.it)